IL VERO CAMBIAMENTO

IL VERO CAMBIAMENTO

Tempo fa scrivemmo che la vera rivoluzione deve avvenire dentro

di noi. La grande guerra santa è quella che combatte dentro se

stessi, capendo cosa è il Sistema che ci impregna fin da

piccoli.Capire questo, capire che si è manipolati da secoli, capire

che è assurdo cercare di combattere il sistema con i mezzi che

questo ci mette a disposizione è non aver capito niente e fare il

gioco del nemico.

Durante l'epopea delle rivoluzioni nazionali del XX secolo,

alcuni autori - Julius Evola, Othmar Spann e Carlo Costamagna

su tutti - cercarono di delineare i caratteri del Vero Stato, cioè

di quel superiore organismo, lontano da ogni concezione

liberal-democratica o marxista, che l'Uomo Nuovo, sorto da

quei grandi movimenti, avrebbe dovuto affermare.

Dopo la tragedia della seconda guerra mondiale, nel torpore

dell'Europa colonizzata e addomesticata, le stesse sensibilità,

seppur con intensità minore, si risvegliarono, e l'idea dello

Stato del Nuovo Ordine riprese vita.

Lungi dal totalitarismo livellatrice come da un cadaverico 'stato

di diritto', lo Stato Organico si fonda su un Centro Spirituale e

Trascendente, su un'idea ordinatrice in funzione della quale le

parti si differenziano gerarchicamente. Il Vero Stato è vivo

ovunque il superiore principio dell'Imperium informi il corpo

sociale, indipendentemente dall'aspetto formale dell'istituzione.

Tale Stato, indifferente alle suggestioni lavoristiche ed

economicistiche, è retto dal supremo principio di giustizia suum

cuique tribuere.

La sagra degli imbecilli e dei palloni gonfiati! Sino a quando saremo

costretti a vedere negata la giustizia e ad assistere alla

sospensione delle garanzie e dei diritti dei cittadini da parte del

potere politico-giudiziario sostenuto dagli intellettuali "organici" e

dalle strutture mediatiche? E' tempo di dire basta e di riconquistare

il territorio Italiano.

Da anni ci battiamo per contrastare il disegno giustizialista

incentrato sulle strutture mediatiche e giudiziarie che hanno inteso

criminalizzare le idee non politicamnete corrette ed inquisire gli

uomini ed i movimenti che si oppongono al pensiero dominante.

Che poi e' quello che pretende omogeneizzare le culture popolari -

e percio' "negate" riconducendole all'innaturale dimensione dell'

omologazione mondialista, assumendo l'alibi del feticcio di una

sedicente democrazia.

Per anni abbiamo ribattuto colpo su colpo organizzando

manifestazioni, convegni, tavole rotonde, denunciando ad ogni

occasione le sopraffazioni ed i tentativi di prevaricazione dei "Figli

del Giacobinismo"

Noi non possiamo e non vogliamo, tanto per essere chiari,

identificarci con la destra. Da anni ci siamo battuti su posizioni altre,

verso un ambizioso e però legittimo posizionamento «al di là della

destra e della sinistra» che, a ben vedere, sta a significare il

superamento di categorie concettuali estranee alla nostra visione

del mondo. Non può esserci per noi -neppure sul piano della

provvisorietà "pragmatica"- una scelta di campo a destra, laddove la

destra rappresenta un'acritica accettazione di valori ritenuti

tradizionali e che, invece, inverano la conservazione di un mondo di

cui nulla può essere salvato, perché esso coincide con la difesa

dell'Occidente che è nemico dichiarato non soltanto del pensiero

eretico ma di qualsivoglia tensione ideale diretta a rifiutarlo ed a

scardinarne l'assetto politico, sociale ed economico.

La dicotomia destra-sinistra continua a rappresentare l'alibi di

comodo di quanti (vedi Area) non hanno il coraggio di schierarsi

sulla trincea dell'antagonismo che solo può rappresentare il

superamento di un tempo disegnato dalla congiunzione di Giuda

con Caino. Quanto poi è sostenuto da coloro i quali intendono

risciacquare la loro cattiva coscienza di rinnegati cercando di dare

contenuti ideali alle loro scelte di potere, vale appena ricordare che

la destra o è «destra» o è «sociale»: nel momento in cui la destra si

fa sociale automaticamente si estingue come destra.

La sfida politico-culturale epocale è tra l'integrazione e la ribellione

al Pensiero Unico che pretende omologare, globalizzare, uniformare,

distruggere le diversità e le identità popolari. Una sfida che

significa per il non-conforme andare oltre, al di là degli stanchi

stereotipi rappresentati dalla destra e dalla sinistra. Anche «per

farla finita con la destra» come sostiene in un suo lucido pamphlet

Stenio Solinas che pure proviene dai ranghi della nouvelle vague

intellettuale di destra.

La nostra lotta deve essere prima di tutto metafisica come lo è

quella dei nostri nemici. E quale è l'orizzonte metafisico della nostra

lotta? Noi rigettiamo la NATO e il globalismo imperialista americano,

odiamo le ingiustizie sociali e l'essere legati ai pseudo valori

occidentali. Ma questo non basta, tutto questo non basta al

contrario saremo simili ai piccoli partitini e gruppuscoli oggi di moda

nell'universo anti sistema, partiti e gruppi infiltrati dalle barbe finte

del Potere. La nostra azione non è temporanea ma fondamentale.

Possiamo dire che ce ne freghiamo delle prossime elezioni

programmate (?) per il 25 Settembre, perché rifiutiamo il gioco

imposto dal Sistema. Sistema che sta già crollando su se stesso,

anche se i no vax ed i no qualcosa ebbri di paura indotta non se na

sono accorti. Noi siamo già nella post modernità e quando

prossimamente accadrà quello che deve accadere non ci

stupiremo, perché la prima fase della chiusura di un ciclo è già in

atto.

Lasciamo ad altri i ludi cartacei, noi andiamo, siamo, già oltre.

La nostra azione non è temporanea ma fondamentale, basata sugli

innumerevoli piani ontologici dentro la profondità dell'Essere,

ognuno dei quali conduce al centro del mondo.

La nostra azione politica varia tra altezze ed abissi, è il punto

d'incontro tra l'asse verticale metafisica e l'asse orizzontale

dell'attualità storica. In questo punto, in questa area si concentra il

nostro lavoro su noi stessi e chi ci segue.

E' il mondo policentrico contrapposto al mondo globale, il mondo

occidentale, che sta finendo, che già ha perso. La tendenza

principale del mondo manifesto, globalizzato risiede nel processo di

" oblio dell'Essere" che si ritira dal mondo, la dimensione sacrale

che si nasconde agli occhi dei più, condizionati dalle parole d'ordine

del Sistema, che si nasconde così bene che l'umanità si dimentica

della sua stessa esistenza, considerandosi autosufficiente ed

autonoma.

La rivoluzione contro la Tradizione inizia con la rivoluzione

francese, con l'uomo moderno, che scopre che il mondo è stato

abbandonato da Dio ( Dio è morto) ed allora si auto elegge Dio,

autorità suprema che emette giudizi ultimi sulla realtà e gli esseri e

elegge la Scienza a divinità.

Da Cartesio a Newton si sviluppa la scienza moderna, secondo cui

l'unica realtà è l'uomo razionale.

Questi modelli filosofici/scientifici si sviluppano insieme alla

tecnologia e alla cultura laica moderna. Questo circo virtuale deriva

dalla dasacralizzazione del principio divino/religioso esiliato dal

mondo umano e secondo loro avviato al trans-umanessimo.

Se guardiamo un telegiornale a stento si comprende di cosa si

parla perché le strutture informative sono scomposte in flussi di

elementi che si escludono e contraddicono a vicenda.E' la

gestualità demoniaca. I programmi televisivi non hanno più autori

ma collettivi di imbecilli che corrono dappertutto brandendo

cineprese. E lo stesso accade nella politica, ormai ridotta a puro

circo mediatico per impauriti televedenti.

Noi siamo andati oltre...noi siamo diversi da tali subumani che

credono a qualunque notizia generata dal Sistema, anche se

appare apparentemente contro il Sistema stesso ( è la storia dei

cinque stelle). E' necessario fare un vero rese nella mente e

nell'anima.

Di Francesco Torriglia

Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia