Essere zen mentre tutto intorno crolla 


Abbiamo scritto: Le crisi esistenziali, le ansie, le depressioni non ci appartengono. Vediamo come restare in piedi tra le rovine, senza piangerci addosso.

Essere zen vuol dire essere fedeli e aderenti a un centro al cui intorno tutto ruota, un tutto inteso come purezza totalizzante di intento e significati. Non a caso, la parola giapponese Zen deriva dal cinese ch'an e dal sanscrito dhyana, che significa non solo "meditazione" ma anche "tutto, insieme".

Stare nelle cose vivendole con animo leggero e profondo, simultaneamente!

Il vero centro muove e ci muove, ma ce ne tagliamo fuori per inseguire ciò che il guscio mentale pensa di volere e che invece crea squilibri. Piccoli consigli su come essere più o meno zen e cercare un rilassamento e un modo di stare al mondo che vincano sulla frenesia e sui traguardi che nemmeno sappiamo più se ci va di raggiungere, ma li perseguiamo ciecamente, senza farci domande o se anche scappiamo di fronte alla scelte per paura di far peggio.

E' possibile crescere interiormente mentre tutto intorno decresce?

La decrescita infelice!

Di fronte a chi si lamenta e basta, abbiate uno sguardo amorevole ma un filtro deciso. Non potete fare nulla per chi ama piangersi addosso, se non un piccolo gesto per mostrare qualcosa che han smesso di vedere:la giusta direzione di marcia, di una scelta verticale, dal basso verso l'alto, alla ricerca di un giusto equilibrio tra spirito e materia, da contrapporre alla scelta orizzontale, alla morte spirituale, verso la quale ci vogliono portare i gerontocrati ed i servi del Dominio. Dobbiamo svegliarli e portarli a costruire la torre interiore, che non deve essere una costruzione teorica, intellettuale, fatta a tavolino, ma qualcosa di vivo, di reale, da costruire dentro di noi con l'esperienza e di cui cercare il riscontro nella realtà che ci circonda. Una Comunità di Uomini deve essere il centro che unisce i ribelli, gli anti- sistema,coloro i quali - chiusi interiormente in una aristocratica roccaforte - combattono il Positivismo - che è il nostro peggior nemico - e tutto ciò che rappresenta: globalizzazione, libero mercato, liberismo, società multirazziale, abbandono della Sovranità Nazionale, abbandono delle Tradizioni dei Popoli. Il nostro Fronte deve essere il Fronte dello Spirito, quello dei Maghi e dei Cavalieri, per usare parole filosofali, quello stesso Fronte sul quale tante giovani e belle teste hanno sacrificato la loro vita. In parole semplici dobbiamo trasformarci in moderni samurai che praticano il bushido in queste lande occidentali.

Ispirato alle dottrine del buddhismo e del confucianesimo adattate alla casta dei guerrieri, il bushido esigeva il rispetto dei valori di onestà, lealtà, giustizia, compassione, dovere, coraggio, sincerità, eroismo, onore, gentilezza e cortesia, i quali dovevano essere perseguiti fino alla morte.

Bushidō: letteralmente, la "via del guerriero a cavallo". Il termine è composto da diversi ideogrammi: bu sta per il concetto di "guerriero", ed è composto a sua volta da un ideogramma che sta per "dominare" o "fermare" e da un altro che sta per "alabarda". Shi corrisponde forse all'anèr greco, poiché indica l'uomo considerato in tutto il suo valore virile e spirituale, ed è composto dal segno del dieci e da quello dell'uno, a simboleggiare la concezione buddista secondo cui l'uomo compendia in sé il cosmo. Dō corrisponde al cinese tao, ed indica la via, il percorso, in senso allegorico: il metodo (etimologicamente inteso) da seguire per una piena realizzazione spirituale.

«La Via del samurai - dunque - è la morte»: la piena realizzazione del sé passa per il suo annientamento, reale o figurato, e questo per due ordini di ragioni. La prima è che il fondamentale dovere di un samurai è quello

di "servire", nel senso pieno del termine: la sua vita "serve", non ha valore per sé, ma in funzione di altro, del servizio. «Quasi fossi un fantasma, pur vivendo col corpo, pensa in ogni momento al sovrano». La massima dignità e l'onore del samurai sono legati al rapporto di fedeltà con il proprio diamo, cioé per il proprio Signore, e noi siamo. la nostra Idea è il nostro Signore. «Morire per il sovrano è il valore supremo, più importante di qualsiasi vittoria sul nemico».

Servizio e fedeltà significano abbandono del proprio io: questa è una dottrina che appare facilmente 'scandalosa' ad una prospettiva occidentale, poiché nella storia dell'Occidente il progresso si è fortemente legato all'affermazione dei diritti e delle libertà individuali. L'individualismo è un carattere oggi predominante nella cultura occidentale, ma ha probabilmente un prezzo da pagare, che è il terrore della morte.

Di converso, e questo fa parte del secondo ordine di ragioni di cui si diceva, i samurai vengono educati, con l'ausilio del buddhismo zen, a non temere affatto la morte, a non allontanarla dai loro pensieri come un tabù, ma anzi a tenerla sempre presente: «La Via del Samurai significa essere posseduto dal pensiero della morte».

Onore e Dovere, questi sono i due fondamenti del Bushido: il dovere verso i superiori, ma anche il dovere nei confronti dei più deboli. Per il Samurai vivere senza onore non era possibile e quando a ciò veniva meno eseguiva il seppuku, che è il termine giapponese che indica un rituale nell'antico Giappone per il suicidio obbligatorio o volontario, privilegio esclusivo della casta dei samurai.

Il costante pensiero che ogni giorno potrebbe essere l'ultimo, permette al samurai di apprezzare appieno la vita, di aprire il proprio cuore all'amore e alla devozione per ogni essere vivente, di valutare tutte le cose da dire e da fare dalle più piccole alle più grandi, di prendersi cura di se stessi onorando il proprio corpo, seguendo una corretta alimentazione unita ad un buon esercizio fisico.

Un buon Samurai appena ha del tempo libero lo dedica agli studi delle scienze, della poesia, a capire i significati delle cose antiche e di quelle moderne. La conoscenza gli permetterà di non trovarsi mai in imbarazzo di fronte alle difficoltà. Anche lo studio deve essere svolto con onore altrimenti andrà solo ad alimentare l'arroganza, si userà la conoscenza per disprezzare chi non ha avuto la possibilità di acquisirla, oppure la si userà per fare confronti e credere che tutto ciò che appartiene a mondi

e culture straniere siano migliori delle proprie. Un samurai deve conoscere l'arte della poesia e saper comporre versi. La via del Samurai dunque porta ad uno stato interiore di realizzazione dove il confine tra vita e morte non esiste più e se in qualche modo contravviene al proprio onore esegue Hara-kiri perché per un Samurai una vita senza onore non è degna di essere vissuta.

Il Sacro deve essere la bandiera dei nuovi samurai: la visione della sacralità deve essere dentro di noi: sacro è un albero, sacro è un fiume, sacra è la donna, sacro è un parto, sacro è il mio rapporto con Dio, che non è un rapporto io e lui, ma lui è dentro di me.

Cosa dicevano i classici? Conosci te stesso e conoscerai dio, Al contrario del cristianesimo che dice abbi fede. Questo ti trasforma da soggetto consapevole in oggetto gestito dalle religioni di origine semita: dal cristianesimo, al giudaismo all'islamismo...tutte con la stessa radice: dividere l'uomo da dio, far di lui, dio, l'artefice delle tue fortune o sventure, mentre tu, e solo tu, sei l'artefice del tuo ESSERE, ma se no studi,non indaghi dentro te stesso e le cose sei solo un burattino nelle mani di questi impostori. Allora, e solo allora sarai libero.

Di Francesco Torriglia

Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia