OMAGGIO POSTUMO A DARYA DUGINA

OMAGGIO POSTUMO A DARYA DUGINA

Il vile attentato terroristico in cui ha perso la vita Darya Platonova Dugina,
giornalista, figlia del filosofo Aleksandr Dugin, non ha scosso più di tanto i
pennivendoli al servizio del Dominio. Un semplice fatto di cronica per coloro
pronto a strapparsi le vesti per un insulto al comico servo dell'impero anglo
americano e responsabile di mandare migliaia di suoi connazionali a morire
di morte certa contro le truppe della Federazione Russa, per difendere i
propri interessi e quegli degli oligarchi ucraini.
In questo scontro di civiltà, di battaglia spirituale in atto, di negazione del
mondo della Tradizione, della pandemia del gender, del post umano,
dell'apocalisse dei popoli, di ultimo atto della civiltà, in questa grande
mezzanotte dell'Essere, le forze subumane, telluriche e satinaste cercano in
ogni modo chi la pensa diversamente da loro.
Per questo Aleksandr Dugin rappresenta agli occhi dei nostri nemici, dei
nemici del popolo e dell'Uomo, colui che apporta una aralia ed una soluzione
alla notte del mondo.
Ma crediamo che i criminali non volessero colpire lui ma proprio sua figlia
Darya.
Daria Dugina scriveva per alcune testate con lo pseudonimo di Darya
Platonova. Risultava fra gli autori del "libro di Z" sull'«operazione speciale»)
dell'Ucraina di prossima pubblicazione.
Vogliamo renderle omaggio pubblicando una sua intervista.
"Innanzitutto vorrei dire che, dal punto di vista russo, gli Stati Uniti sono il
primo fattore degli eventi che si producono in Ucraina, a ridosso delle nostre
frontiere. L'amministrazione di Biden, che già in precedenza nella persona di
Vittoria Nuland aveva lavorato sulle élite ucraine e sulla popolazione per
destabilizzare la situazione dello Stato ucraino e provocare la guerra in atto.
La si può denominare: terza guerra mondiale, o semplice guerra locale, ma
rimane il fatto che secondo la Russia è in atto una provocazione
del clan conservatore americano per indurre allo scontro bellico
due popoli, storicamente fratelli. Bisogna aggiungere che oggi la
provocazione si sta spingendo molto più avanti e che anche per la Russia ciò
costituisce una novità rilevante. I servizi di sicurezza hanno
comunicato di aver individuato 106 agenti ucraini che stavano
preparando attentati e stragi in 37 regioni della Russia. Cioè, oltre
alla costante tensione sul piano politico e mediatico, dobbiamo oggi
confrontarci anche con azioni di gruppi terroristici nel nostro
paese, fortunatamente neutralizzati per tempo.
Per quanto concerne la pressione mediatica, bisogna rilevare che
l'Occidente presenta il dislocamento di truppe russe alle frontiere
come un'intenzionale provocazione, volta a iniziare una guerra. Si
tratta di una componente della guerra ibrida. Voglio rammentare che le
guerre attuali sono passate dallo scontro campale fra due avversari a nuovi
format di guerra ibrida e a rete. Vengono condotte con svariati
strumenti, tra i quali rientrano quelli mediatici.
Senza dubbio, oggi assistiamo a un rafforzamento sempre maggiore della
propaganda antirussa sui media americani, britannici, tedeschi. In Polonia e
nei paesi baltici la propaganda antirussa è un elemento tradizionale della
guerra mediatica. In Francia si manifesta in misura minore, poiché la Francia
sempre più si orienta a difendere la propria sovranità e autonomia.
Prevalgono le tendenze a stabilire contatti pragmaticamente utili con la
Russia. Negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Germania e in una serie di
paesi dell'Europa orientale è invece in atto un'operazione tendente a
sovrastare il Cremlino, a privare la Russia del diritto di difendere il proprio
popolo. Del Donbass e della Crimea parleremo oltre. Qui si cerca di
mostrare la difesa delle proprie frontiere come se la Russia fosse
un paese aggressore.
Bisogna ricordare che in Donbass si trovano molte persone che hanno
ricevuto un passaporto russo. Perciò la Federazione Russa farà di tutto per
evitare che la provocazione si estenda. La Russia vuole la pace e i russi
entrano in guerra solo quando la pace è minacciata. Questo è il
paradosso. Al momento attuale, nonostante questo, l'élite conservatrice
americana, l'amministrazione Biden, il cosiddetto deep state degli Usa, sono
orientati univocamente a inasprire i conflitti fra Russia e Ucraina, restandone
fuori. In precedenza hanno fatto lo stesso con i georgiani, destabilizzando la
Georgia. Ma agli appelli di Saakashvili per la guerra non ha fatto seguito alcun
sostegno americano. Adesso è stato messo in moto il progetto
ucraino. Si tratta di un piano apertamente antirusso, di pura
russofobia. Quest'area è diventata un focolaio di tensione a causa
della sua funzione geopolitica. L'Ucraina, secondo la teoria geopolitica
del cordone sanitario, è il territorio che connette la Russia all'Europa. Scopo
principale di questa guerra è impedire la collaborazione fra la
Russia e l'Europa, separarle e contrapporle. Ciò avrà ovviamente
influenza sul Nord - Stream 2 e viene già minacciata la stessa
configurazione del sistema Nord-Stream. Abbiamo già sentito la
dichiarazione di Schultz, l'avvertimento del cancelliere, circa la possibilità di
rivedere il progetto. Nell'accordo di coalizione del nuovo governo tedesco il
Nord-Stream non viene menzionato.
Molti nel Donbass hanno passaporti russi e la Russia non può
accettare passivamente quel che sta succedendo. Il nostro
presidente ha definito: genocidio la ripresa dei bombardamenti
sulla popolazione civile in Donbass, ed è il genocidio di un popolo
russo.
Solo per citare le statistiche, si prendano le cifre dei bambini vittime del
conflitto: 152. Sono stati uccisi finora 152 bambini. Ed è soltanto un
esempio, non parlerò dei dati complessivi. È naturale che, in una simile
situazione, la Russia si comporterà com'è dovere di uno Stato
sovrano. Se i nostri cittadini vengono minacciati di sterminio, lo
Stato dovrà intervenire per difendere il primo dei diritti umani: il
diritto alla vita. Quindi la risposta ci sarà. L'ho già detto: i russi
vogliono la pace, ma davanti a un genocidio entreranno in guerra,
per ristabilire la pace.
La volontà di pace si manifesta anche in guerra. Bisogna ristabilire la
giustizia, difendere la popolazione civile. Per quanto riguarda le
dichiarazioni dell'Unione Europea, non possiamo non rilevare che
sono in perfetta linea con l'agenda globalista. Vorrei tuttavia
aggiungere che l'Unione Europea non è l'Europa. Prendiamo ad esempio
la Francia. La Francia è membro dell'Unione Europea, ma i candidati alla
presidenza del 2017, come Jean- Luc Mélenchon e Marie Le Pen, hanno
definito inammissibile la rottura dei rapporti con la Russia. Marie Le Pen ha
perfino detto alla Polonia che l'Ucraina appartiene alla sfera d'influenza russa.
Quindi in Europa c'è una spaccatura. La prima osservazione da fare è
che il governo dell'Unione Europea non rappresenta gli interessi
dell'Europa. L'agenda della Ue è identica a quella della community
globalista e della minoranza più conservatrice a Washington, che
vuole stabilire una dittatura liberale in tutti i paesi del mondo.
Naturalmente, il principale avversario e il nemico numero uno di
questo progetto è la Russia, poiché la Russia è una civiltà che
sussiste in maniera indipendente e si frappone alla realizzazione
di questo piano unipolare. Attualmente si vengono unendo anche
la Cina e perfino, almeno in parte, l'India.
Scopo degli Usa è la rottura dei rapporti fra la Russia e l'Europa.
Purtroppo i partner europei si adeguano all'agenda globalista e non
tralasciano occasione per mostrarsi fedeli alleati del globalismo. Tuttavia
vorrei rilevare che in Russia, nonostante le dichiarazioni dell'Unione Europea,
arrivano anche le voci di un'altra Europa, che ha una visione alternativa degli
eventi in corso.
Vorrei credere che questo punto di vista alternativo, la visione di
un continente antiglobalista, di un'Europa sovrana nel senso
geopolitico del termine, di un' Europa che sia polis sovrana,
ebbene tutti speriamo che queste voci in futuro saranno udite, che
si manifesteranno con forza sempre maggiore nell'ambito
europeo, ma già adesso si stanno manifestando, grazie a Dio."
Di Darya Platonova Dugina
Riportato da Francesco Torriglia
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