Pregiudizi storici prima parte 


Quante volte parlando con la gente comune (ed ignorante) ho sentito definire secoli bui quelli del Medio Evo. Quelli del Medioevo non furono "secoli bui, questa espressione è stata coniata dalla Massoneria in epoca rinascimentale e poi come molte altre fatta entrare nel parlare comune: un politicamente corretto ante literamQuante volte per squalificare una situazione o per stigmatizzare qualcosa di negativo abbiamo sentito dire: "Siamo tornati al Medioevo" oppure "Questa è una mentalità medievale!" Purtroppo questo modo di esprimersi, divenuto ormai patrimonio comune dei nostri tempi, bolla acriticamente un periodo storico di ben dieci secoli, che qualcosa di buono deve pur avere avuto!

Il Medioevo, tradizionalmente, indica il periodo che va dalla caduta dell'impero romano (476 d.C.) d'Occidente alla scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo (1492). Si tratta quindi di un periodo abbastanza lungo e complesso, ma "stranamente" la cultura moderna non ama soffermarsi in modo obiettivo sui singoli accadimenti storici o sui vari fenomeni culturali e religiosi che lo caratterizzarono. E anche nelle nostre scuole sempre più finisce per diventare una breve e imbarazzante parentesi tra l'epoca d'oro della Classicità e il trionfale Rinascimento, dalle scoperte e intuizioni geniali che introducono in quel progresso senza fine cui è destinata la storia dell'uomo, artefice della propria fortuna.

Naturalmente è impossibile sintetizzare in poche righe i complessi processi di trasformazione che caratterizzarono questo periodo, che un'autorevole studiosa (Régine Pernoud) avrebbe preferito definire "Civiltà cristiana romano-germanica", pur riconoscendo l'impossibilità di sostituire ad un termine così universalmente diffuso (Medioevo) un altro difficilmente comprensibile all'attuale mentalità predominante. mise in discussione l'opinione che il medioevo fosse «l'età dell'ignoranza, del ristagno, della tetraggine, così assolutamente contrastante con la luce, il progresso, la libertà del Rinascimento italiano che seguì», che fosse «un tempo in cui l'uomo era insensibile alla gioia, alla bellezza di questo fuggevole mondo, lo sguardo eternamente rivolto ai terrori dell'altro».

Si pensi per esempio agli "archetipi della cultura europea" che sono il santo, il re, il cavaliere e che ci hanno lasciato una preziosa eredità, per chi ha il coraggio di accoglierla nella sua interezza. Si pensi allo splendore delle cattedrali che hanno punteggiato l'intera Europa di fari luminosi per la loro bellezza (per R. Pernoud il Medioevo è l'unica epoca di sottosviluppo che ci abbia lasciato delle cattedrali!).

Si pensi al preziosissimo lavoro dei Benedettini, che con la loro regola e con la loro operosità non solo hanno ispirato gli altri ordini religiosi, ma addirittura hanno iniziato l'opera semplice ed umile di ricostruzione dopo le devastazioni barbariche, senza trascurare di custodire e trascrivere i manoscritti dell'antichità classica. Si pensi alle prime scuole, nate a ridosso dei monasteri e frequentate da tutti, anche dai più poveri.

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