Pregiudizi storici seconda parte 


Si pensi alla nascita dell'Università, che, pur tenuta da ecclesiastici, non temeva di affrontare qualsiasi argomento, in nome della ricerca della verità e in ossequio alla retta ragione capace di giungere alle soglie della fede. Si pensi alle grandi opere filosofiche, nate anche per contrastare l'insorgere delle eresie, ma non solo.

Si pensi al prodigioso fiorire di poemi epici il cui contenuto, grazie ai grandi pellegrinaggi della cristianità, circolavano liberamente in tutta Europa; per non parlare del capolavoro delle nostre origini che è "La Divina Commedia". Si pensi al rapporto di profonda lealtà e libertà che legava signore e vassallo.

Dove esisteve un legame di Onore e Fedeltà e non d'interesse come oggi. Si pensi alle grandi innovazioni tecniche troppo spesso sottaciute dall'ignoranza del nostro tempo, conseguente anche al fatto che vi sono moltissimi manoscritti non ancora esaminati e pubblicati. Si pensi all'importanza che aveva la donna se anche nei monasteri doppi, maschili e femminili, separati ma contigui, i monaci facevano la "professione" nelle mani della badessa e non dell'abate; oppure al fatto che solo nell'autunno del medioevo, nel '300 alla donna non sarà più permesso per esempio di frequentare la Sorbona, mentre prima la donna poteva anche esercitare cariche pubbliche, oppure praticare la medicina ed era incoronata regina alla stessa stregua del re (il che dopo non accadde più).

Nella scia della celebre opera di Jakob Burckhardt sul Rinascimento italiano, tutto era stato giocato sul chiaroscuro, sul passaggio dalle tenebre di un fosco medioevo alla luce di un Rinascimento abbagliato dalla solare sapienza antica. Con Haskins e dopo di lui ci si accorse che il medioevo era in verità costellato di molteplici "rinascite" (da quella carolingia, intorno alla scuola palatina, a quella ottoniana e ancora altre) e soprattutto che esse erano un originale modo di appropriazione dell'antico, non archeologico ma vitale e creativo. il termine «rinascimento» a «rinascita», con chiara, intenzionale allusione al fulgore quattro- cinquecentesco, forse proprio per sottolineare la vita nuova e vigorosa che investe i centri di studio e le biblioteche e si esprime in un rinnovato interesse per i classici latini e la poesia, per il diritto e la storiografia, per la scienza e la filosofia, mentre si moltiplicano le traduzioni dal greco e dall'arabo e nascono le università.Nulla di più falso, se si pone mente alla meraviglia di certe pagine, di certe miniature, di certe architetture cistercensi che trasudano un gusto per il bello e un amore per la vita indimenticabili. Sarebbe ora che, ad iniziare dalla scuola, si prendesse un processo di riqualificazione del Medio Evo, per evitare le corbellerie di certi politici dei giorni nostri che continuano a definire quegli anni " i secoli bui", magari introducendo i libri di Cardini nei testi scolastici.

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