PENSIERI DI UN GIORNO DI LUDI CARTACEI

PENSIERI DI UN GIORNO DI LUDI CARTACEI


La bellezza della differenza, quel korismòs che è
appartenenza e scelta di vita. Una coerenza che viene
riconosciuta anche da chi stava ed è dall'altra parte della
barricata. Questa unione di amici e di spiriti liberi.
L'umanità di uno "stare insieme vicino al fuoco", il cantare
e bere, la carne, il fare festa. Sono le dimensioni umane e
vere, che nascono da un pensiero, un sorriso, una lacrima.
La stessa fonte da cui sgorga la parola filosofica, che è
penultima e ha tutto da domandare ancora, C ome Ernst
Jünger la cui strada non va né a destra né a sinistra: va
avanti dritta.
Anni di pazzie e di lotta, di speranze e delusioni. Ma a noi
non ci frega niente. Ma capire, togliere le bende a vulgate
incancrenite, questo sì. Contrapponendo il senso di alcune
lotte alla ricerca disperata di quello che è l'approdo di mille
tradimenti: "qualche angiporto parlamentare...". Ecco
perché ritrovarsi una sera in campagna a bere del buon
vino e liturgicamente bruciare foglie di alloro per scacciare
la mediocrità con il rito della canicula, vale più di mille
lezioni in accademie di parrucconi e mezze calzette.
Ciò che resta dell'anarca jungeriano perso tra le scogliere
inquiete del nichilismo e la voglia di futuro che ci abita nel
petto.
Viviamo il Kali Yuga, una stagione che nell'immaginario
indù sta a indicare l'età di kali, l'ultimo momento ciclico
prima di un nuovo Satya.
E' il declino appena prima della fine: caduta di ideali,
estetica, assenza di stile. "Mancano i sogni. Eppure noi, nei
momenti più disperati dell'esistenza si guarda al sogno
come a qualcosa di vivo che è lì davanti a te, lo puoi
andare a cogliere con le tue mani". Ci rivolgiamo "ai nondormienti, tanto per usare un'espressione guenoniana"
ricordando che la verità non è quella che appare.
E ti ritrovi catapultato in quella canagliesca topologia che
accomuna tutti i ribelli che da neopagani si rifanno a una
celtica su cui non si può sputare. Senza farti seghe mentali
vedi un paesaggio popolato da inquieti cercatori di segreti
runici, ma declinati nell'oggi, come un memoriale di cui non
puoi fare a meno perché è una seconda pelle. E' una
dannata genia di gente in rivolta con il proprio tempo,
meravigliosamente solitari, inguaribilmente puttanieri.
U n a l i m p i d e z z a s o l a r e n e l l a s u a p a g a n i t à
indoeuropea:Nessuno penserebbe dunque di dare ancora
etichette improprie.Altro che gli incensi cupi di Forza
Nuova. Mai una parola contro l'Immigrazione, mai crociate
moraliste, neppure Anticomunismo. Anzi. Neppure questue
al centro destra, anzi.Ecco questi siamo noi che non siamo
beceri: se dovessimo diventare improvvisamente beceri, lo
diventeremmo contro quelli che adesso fanno le prediche
contro l'Islam.
La cupezza non ci ha mai caratterizzato. Piuttosto siamo
scoglionati e solari. Capaci di ironizzare su tutto, non
prendendoci sul serio. Già da adolescenti avevamo messo
nel nostro tascapane due libri, la nostra razione di Cultura:
"I proscritti" di Ernst Von Salomon e "Gli uomini e le rovine
"di Julius Evola.
La nostra è una legione non precisamente benpensante,
anzi: anarca e ribelle, in lotta con il politicamente corretto
e la mentalità borghese impiegatizia e burocratica.
Ed a quanti, per ignoranza o per interesse, continuano a
chiamare Nazional Socialisti quelli che combattono in
Ucraina come mercenari degli Stati Uniti e della NATO,
consigliamo di leggersi la Storia, non certo sui libri imposti
dal Dominio giudaico massonico.Delle elezioni non ce ne può fregare di meno, solo il piacere
di vedere le facce da tapiri di quelli che restano il P-artito
D-ella pandemia, delle costrizioni, delle mascherine e dei
sieri malefici.
Francesco Torriglia

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