Weltanschauung: visione del mondo, concezione della vita

Weltanschauung: visione del mondo, concezione della vita

Siamo in pieno Cali Yuga e nulla merita d'essere salvato. Verrà con l'inversione dei poli l'uomo nuovo che su vecchi simboli della Tradizione per un "nuovo inizio", per una "rigenerazione del tempo" il Soggetto inteso come Dasein(esser-ci) deve predisporre il terreno per il ritorno del sacro, che però non significa una restaurazione artificiosa dei tempi andati, ma una nuova localizzazione del Dasein in un Ort (luogo) inteso come punto di raccoglimento dell'Essere, un nuovo Axis Mundi in cui si congiungono cielo e terra...

La modernità occidentale ha determinato la perdita di questo luogo che quindi va ricercato al di fuori della "Landa dell'Occaso", quindi l'aggressione all'Eurasia è in realtà un tentativo di impedire l'individuazione del luogo(Ort) dove si verificherà il "nuovo inizio"... Nostro dovere è allora quello di ritrovare l'unità spirituale dell'Eurasia, in modo da corrispondere all'Evento che è il "sempre possibile" nella storia, questa è l'unica strada per combattere il Leviatano occidentale per un "nuovo inizio" che sarà la Parusia, la riapparizione de "l'ultimo Dio" ...La luce dell'Est.

Weltanschauung: visione del mondo, concezione della vita:

La visione del mondo non si basa sui libri, ma su di una forma interiore e su una sensibilità, aventi carattere non acquisito, ma innato. Si tratta essenzialmente di una disposizione e di un atteggiamento, non già di teoria o di cultura, disposizioni che non concernono il solo dominio mentale ma investono anche quello del sentire e del volere, informano il carattere, si manifestano in reazioni aventi la stessa sicurezza dell'istinto, danno evidenza ad un altro significato dell'esistenza.

Riflessioni del momento attuale nel rapporto uomo/stato, su la base di segmenti storici, non ripetibili perché passati, passato, ma che devono essere germi di un ritorno (un eterno ritorno) alla vera concezione dell'uomo e quindi dello Stato.

Non nostalgia, perché non ci appartiene...del resto la nostra concezionale tempo si sviluppa in senso circolare - direi sferico- e non certo il senso lineare. Per questo possiamo parlare di Memoria Storica che è quello che ci permette di vivere presente e passato e creare futuro, nel " messaggio integrale di ciò che siamo stati" per vivere in una dimensione perenne la nostra identità.

E quando la propria identità si è persa, occorre recuperarla, e se non vi si riesce si è destinati a dissolversi nel nulla dell'uomo del ventre, della massa informe, volgare.

Questo il preambolo all'analisi del fare, dell'operare alchemico sull'Uomo e poi sulla Comunità Stato. Rifondazione di Uomo per arrivare a Rifondazione di Popolo. Senza la prima fase è impossibile la seconda.
Aveva ragione Pierpaolo Pasolini quando diceva che nulla distingueva negli anni '70 i giovani di destra da quelli di sinistra, se non le clarks e l'eskimo.In realtà la fascisteria ed i comunistelli sono solo stati, e sono, espressioni borghesi in senso cerebrale, del sentire, di retaggi giacobini dove la rivoluzione sarà una festa o non sarà. Mutanti senza volto che si ritrovano in uno squallido e demenziale esistere "in un oggi apparentemente dilatato oltre ogni ogni misura ma in realtà miseramente contratto" in sollecitazioni stupefacenti come le droghe, la moda, il guadagno ad ogni costo, la coca o l'eroina. Valori borghesi che Antonio Granisci utopisticamente pensava di superare tra l'incontro dell'operaio del nord e del contadino del sud.

La realtà è stata ben diversa come Mafia Capitale dimostra: l'unione di genti diverse, di ex giovani ex rivoluzionari provenienti da mondi diversi, ma che si sono ritrovati insieme in quel "mondo di mezzo" trade union del mondo di sopra col mondo di sotto. Mondi privi di valori che non siano il soldo facile, la corruzione, le merende con i camerati/compagni di strada, non per rivoltare un sistema putrido ed infetto, ma per puntellarlo. Tutti uomini del ventre, desiderosi di potere e sotto potere.

Tutto questo è stato possibile perché il Dominio ha conquistato menti e coscienze, annullando i valori del sacro e sostituendoli con l'individialismo. La guerra d'invasione americana non comprendeva - non comprende- l'occupazione del territorio italico, ma principalmente l'occupazione delle menti con ideologie, non importa quali che portano alla dissoluzione dell'uomo e della sua comunità naturale, trasformandola un club, partiti, logge, lobbie, massa alogena da manovrare come zombie un rito voodoo, non per il sorriso degli Dei, ma per ii riso sguaiato di banchieri dai nasi adunchi. E' quindi cretino, stupido pensare di creare una Comunità, un Popolo, se prima non si creano gli uomini che dovranno guidarla; se prima non si ricrea l'identità dell'Uomo, sia a livello di Idea e di Sacro.

"Da anni ci siamo battuti su posizioni altre, verso un ambizioso e però legittimo posizionamento "al di là della destra e della sinistra" che, a ben vedere, sta a significare il superamento di categorie concettuali estranee alla nostra visione del mondo. Non può esserci per noi - neppure sul piano della provvisorietà "pragmatica" - una scelta di campo a destra, laddove la destra rappresenta un'acritica accettazione di valori ritenuti tradizionali e che, invece, inverano la conservazione di un mondo di cui nulla può essere salvato, perché esso coincide con la difesa dell'Occidente che è nemico dichiarato non soltanto del pensiero eretico nel quale ci si riconosce ma di qualsivoglia tensione ideale diretta a rifiutarlo ed a scardinarne l'assetto politico,.sociale ed economico

La dicotomia destra-sinistra continua a rappresentare l'alibi di comodo di quanti non hanno il coraggio di schierarsi sulla trincea dell'antagonismo che solo può rappresentare il superamento di un tempo disegnato dalla congiunzione di Giuda con Caino. Quanto poi è sostenuto da coloro i quali intendono risciacquare la loro cattiva coscienza di rinnegati cercando di dare contenuti ideali alle loro scelte di potere, vale appena ricordare che la destra o è "destra " o è "sociale": nel momento in cui la destra si fa sociale automaticamente si estingue come destra."

Riproponendo lo spirito della Comunità contro l'infezione della società fondata sull'utile, riscoprendo la nostra storia, rivalutando i valori contadini (non dell'aziende agricole OGM), ritornando nei borghi e contrapponendo la concezione urbana con il suo «Centro» sacrale , le sue tradizioni, la sua stessa economia, organica perché funzionale alle esigenze comunitarie, alla schizofrenia metropolitana (la città moderna anche urbanisticamente -e non a caso- non si sviluppa partendo da un Centro che possa rappresentare l'orientamento ed il riferimento), alla demonia economicistica.

Inoltre la morte delle ideologie e l'omogeneità in senso liberaldemocratico delle categorie concettuali politiche e delle vecchie forme di partito, non consentono neppure di poter più parlare di destra e di sinistra. Al più si può parlare di contrapposizioni di comodo. Tra servi. Negli ultimi anni abbiamo assistito ai pellegrinaggi alla City, a Wall Street e in Sinagoga di personaggi che - dismessa la camicia nera o la casacca rossa - andavano alla ricerca di un' investitura da parte dei signori del Dominio. Tutti figli e tutti servi del Pensiero Unico che sa di oro e di usura.

Come in ogni altra civiltà di tipo tradizionale - unità e gerarchia poterono esistere insieme ad un largo margine di indipendenza, di libertà, di articolazione. In genere, soprattutto nelle civiltà propriamente indoeuropee può constatarsi un lungo periodo nel quale all'interno di ogni Stato o città esistette un libero pluralismo.

L'origine della comunità è unione di famiglie su un territorio, con un legame d'intenti, nella storia della stesso territorio che si collega all'archetipo sovratemporale.

La comunità privilegia gli interessi proprio della "comunitas" contro gli interessi del singolo individuo, evitando fughe di prevaricazione. Quindi per quanto riguarda le singole determinazioni ed i singoli bisogni, possono essere definiti soltanto mediante il rapporto con la totalità con l'ente stesso, con il superamento delle ideologie avendo unico fine il bene della comunità stessa e non l'interesse individualistico o di lobbie.

La sfida politico-culturale epocale è tra l'integrazione e la ribellione al Pensiero Unico che pretende omologare, globalizzare, uni- formare, distruggere le diversità e le identità popolari. Una sfida che significa per il non-conforme andare oltre, al di là degli stanchi stereotipi rappresentati dalla destra e dalla sinistra. Anche "per farla finita con la destra"

Quando si aderisce ad una Weltanschauung trasgressiva che "non va di moda" perché non puzza di usurocrazia, la contrapposizione, l'antagonismo sono obbligati a non cadenzare il passo lungo le vie insidiose, ma capaci ancora di suscitare entusiasmi, della lotta. Non si accetta il popperiano miglior mondo possibile: lo si combatte e basta.

Il rifiuto della società multirazziale discende dalla necessità di opporsi al processo mondialista di omologazione e di omogeneizzazione di uomini e Popoli rispondente al fine di distruggere le differenze e le identità: soltanto attraverso la mescolanza delle etnie e delle razze, e la conseguente distruzione delle diversità culturali, il potere è in grado di eliminare le resistenze al suo disegno globalizzante.

Il presunto scontro di civiltà è in realtà rappresentato da "guerre di predazione". Il sistema di dominio che ha nome Mondialismo ha travolto il diritto internazionale esistente. Per interessi economici (petrolio, pipe-lines e droga) e di strategie geo-politiche. E con l'appoggio di qualche sporca dozzina di Stati europei.

Il nostro compito storico sia quello di fare nostro l'impegno di liberazione del Popolo. Proporci come il Fronte di tutti gli Italiani,
qualunque sia stato il loro passato politico, pronti a rimboccarsi le maniche per vincere le due grandi scommesse del nuovo secolo: il lavoro e l'identità nazionale.

Oggi il liberalismo crea un mondo (vedi Popper) dove: - i popoli sono sostituiti dai mercati - i cittadini dai consumatori - le nazioni dalle aziende
- le relazioni umane dalla concorrenza commerciale - la "democrazia" dal mercato, come presunta espressione naturale della società che decreta l'estinzione della eterogeneità sociale, l'omogeneizzazione dei valori e del consumismo e dichiara la fine degli Stati (e della Storia!) e delle culture nazionali

Noi, invece, indichiamo nelle Comunità di Popolo l'Idea Forza per la Lotta di Liberazione dall'occupazione mondialista.
-Il cittadino e la Comunità devono essere i soggetti politici, sociali ed economici della Comunità Nazionale. Di qui discende una nuova articolazione dei rapporti e delle potestà che preveda la partecipazione diretta alle scelte politiche e di organizzazione della vita sociale ed all'edificazione di un assetto economico non incentrato sul principio del profitto e dell'utile ma su quello organico della funzione produttiva orientata verso il "Valore di Servizio" della Comunità.

Di Francesco Torriglia

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