Giù la mascherina, su la bandierina

  • Una scorsa ai sussidiari e ai manuali scolastici mostra un livello di indottrinamento di bambini e ragazzi che lascia senza *ato. Formano soldatini, sbracati e senza uniforme in ossequio ai tempi, non personalità libere, critiche e informate. I frutti più copiosi stanno nell'ultimo, terribile biennio. La violenza totalizzante delle verità precostituite sull'epidemia, il vaccino, la costruzione di nemici sempre nuovi, si è riprodotta con estensione maggiore nel racconto della guerra, centrato sull' odio rabbioso per una parte in causa, la Russia. 

  • L'esito delle campagne del potere, tuttavia, è un successo fulmineo. Un po'per celia e un po' perché ne siamo persuasi, osiamo affermare che se venisse avviata a reti unificate una campagna per promuovere l'uso del vaso da notte come copricapo, la moda si di-onderebbe in un baleno, con tanto di foto soddisfatte sulle reti sociali.

  •  Da qualche parte, hanno davvero installato all'omino con gli occhi sbarrati della vignetta una chiave invisibile che il potere carica a piacimento. Dal governo si vanta l'implementazione dell'identità digitale, attraverso la quale passeranno. A pochi viene in mente che la tecnologia del green pass è identica. Basta un "guadagno di funzione", come negli esperimenti su virus e batteri condotti in laboratori riservati, in spregio alla decantata trasparenza.

  •  Il direttore dell'Agenzia delle Entrate si schiera per la totale digitalizzazione del denaro: nessun sospetto su che cosa ha davvero in mente il capo del sistema*scale? Evidentemente no, l'animale uomo è stato addomesticato a dovere. Siamo gli unici evocare Kafka? Gregor Samsa, protagonista della Metamorfosi, si trasforma in scarafaggio; il suo omologo contemporaneo in pecorella impaurita di un gregge bramoso del pastore, o in uomo senza qualità, come nel romanzo di Robert Musil, l'altro capolavoro di *ne impero, una lunga stagione storica al tramonto. Kafka fu anche autore del Processo, la storia di Joseph K. arrestato e perseguito senza un'accusa precisa, ostaggio di un potere incombente e nemico. Una caratteristica dell'uomo occidentale contemporaneo è l'incapacità di sopportare e addirittura concepire dolore e sofferenza.

  •  Ovvio che sia tanto vulnerabile alle paure, reali o indotte, e sia così sensibile alle cure, ai palliativi che rendono sopportabile la vita. Accetta tutto in nome del di un minuto in più di benessere psicofisico. E' per il tuo bene, sussurra il potere materno, mentre gli fa ingoiare pozioni sempre nuove. In qualche supermercato pretendono di misurare la temperatura dei clienti. E' per il nostro bene. E la libertà, la riservatezza, il diritto alla proprietà di noi stessi? Stupidaggini di *lo so*. Non esitiamo ad accettare pesanti limitazioni alla libertà in cambio della promessa della sopravvivenza. Abbiamo accettato il controllo e siamo disponibili al tracciamento per evitare il dolore e vivere "comodamente". 

  • Non si tratta solo del dolore connesso con la malattia, ma anche di quello della frustrazione e del conflitto. La maniera più efficace di abolire il conflitto è vietare il pensiero, renderlo impossibile nel baccano unidirezionale, il frastuono di mille voci che proclamano la stessa cosa. La libertà è faticosa, talvolta dolorosa: meglio la neutralizzazione, lo spartito predefinito. Nello stabbio, il gregge non discute, attende la distribuzione della razione quotidiana e si rallegra di vivere al coperto. Nella notte delle libertà il sonno

  •                   Soprattutto nei confronti dei più deboli. Al tempo di dèi capovolti, è più vero che mai: oltre alle guerre e agli omicidi, i paradisi artificiali, l'aborto banalizzato, la normalizzazione della soppressione di vecchi e malati. Su tutto, una singolare banalità del bene. Lo notò Franco Cassano, il filosofo del "pensiero meridiano" in un testo problematico, L'umiltà del male. 

  • Nella Siviglia del Cinquecento di cui parla Dostoevskij (ora cancellato perché russo) gli strumenti del Grande Inquisitore erano il miracolo, il mistero e l'autorità, l'uomo un fanciullo bisognoso di tutela. Oggi il Grande Inquisitore ha modernizzato i suoi strumenti. La passività prende la forma più sofisticata, celata dall'apparenza dell'autonomia e dal narcisismo etico, l'atteggiamento che spinge a specchiarsi nella presunzione di chi non si avvede dell'abilità con cui il male riesce ad egemonizzare la fragilità, l'ossessione del consumo, la rivendicazione della volgarità, l'esposizione impudica di sé. 

  • Serve la ribellione, il duro esercizio della conoscenza, il giudizio critico che richiede tempo, pazienza, confronto, lontananza dal gregge. Cassano ci invita a cacciare l'homo emptor, l'acquirente di merci e idee contraffatte per ridiventare homo civicus, non più dominato dall'industria delle seduzioni, dai piazzisti di tutto il mondo, in primo luogo dai più forti tra essi". Quelli che caricano la molla.
               Di Roberto Pecchioni


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