Le fil rouge 


La strage della funivia Stresa-Mottarone e i giovani che fanno la coda per farsi vaccinare.

Questa era oggi la prima pagina del quotidiano politicamente corretto, antifascista e anti logica: il Secolo XIX.

Andando oltre il titolo a sensazione del giornalaccio, superato solo dal Messaggero che ieri a piena pagina pubblicava la foto della disgrazia con il titolo " le strage delle riaperture" con il chiaro intento di diffondere paura nei lettori e continuare con il terrorismo psico/sanitario, viene da formulare la tesi che in fil rouge lega i due eventi: la disgrazia e la corsa al cosiddetto vaccino da parte dei ventenni.

Nell' economia: la "volontà di potenza". Su questo dovrebbero riflettere gli economisti del globalismo e non solo: La "volontà di potenza" si è tradotta nella corsa alla dimensione gigantesca dell'impresa, conseguita con ricorso a fusioni e concentrazioni, dietro le quali si nascondono spesso: l'ambizione smodata, la megalomania, la sete di potere e di danaro di certi manager.

I consumatori stanno a guardare impotenti e senza godere i benefici della riduzione dei loro costi; gli azionisti di minoranza debbono accontentarsi delle briciole; i dipendenti, anche a livelli medio-alti, vengono licenziati o prepensionati; i profitti immediati possono anche aumentare, ma su quelli di medio-lungo periodo vi sono fondati dubbi e incertezze, perché annichilire esperienze e professionalità di uomini ancora efficienti non giova a nessuno e ancor meno alle società cannibalizzate.

In parole povere si è trasformata " la volontà di potenza" in volontà di potere, che è cosa diversa: il profitto come unico scopo dell'impresa, senza più regole etiche ed ecco quindi il lavoro, la produzione che deve sottostare alle regole del risparmio e del profitto a scapito della sicurezza e dell'orgoglio di un prodotto o un servizio orgogliosamente ben fatto. Altri erano i valori degli antichi artigiani, fieri del loro lavoro e di ciò che producevano.

E i giovani? I giovani, anche se non sempre ne sono consci, stanno male. E non per le solite crisi esistenziali che caratterizzano la giovinezza, ma perché un ospite inquietante, il nichilismo, si aggira tra loro, penetra nei loro sentimenti, confonde i loro pensieri, cancella prospettive e orizzonti, fiacca la loro anima, intristisce le passioni rendendole esangui.

Dal dopo guerra i "liberatori" hanno importato mode e costumi che con gli anni sono penetrati nei costumi dei giovani. E non staremo qui a parlare delle droghe che quei vincitori con non solo la complicità dei servizi ( CIA & C.) ma con la precisa volontà di fare del male di distruggere anime e corpi hanno inoculato nei giovani europei.

Vogliamo parlare di quello stile di vita senza più valori tradizionali, spinto all'apparire e non all'essere che è sbarcato con le truppe degli invasori d'oltre oceano. Principalmente con l'apporto di Hollywood e dell'industria cinematografica e televisiva sono penetrati nella mente dei più giovani.

Le famiglie ( già compromesse del virus del 68) non fanno nulla, la scuola non sa più educare ed insegnare, solo il mercato si interessa di loro per condurli sulle vie del divertimento e del consumo, "dove ciò che si consuma non sono tanto gli oggetti che di anno in anno diventano obsoleti, ma la loro stessa vita, che più non riesce a proiettarsi in un futuro capace di far intravedere una qualche promessa. Il presente diventa un assoluto da vivere con la massima intensità, non perché questa intensità procuri gioia, ma perché promette di seppellire l'angoscia che fa la sua comparsa ogni volta che il paesaggio assume i contorni del deserto di senso".

Film apparentemente innoqui come la "Febbre del sabato sera" (1978) portarono i giovani di allora a vivere il divertimento per il divertimento, dimenticando l'impegno sociale e politico. Solo pochi allora lo denunciammo, restando inascoltati.

Da allora è stato un crescendo: i giovani di allora sono i genitori di oggi e quali valori volete mai possano trasmettere ai loro pargoli?

Anni fa i giovani d'allora si sarebbero ribellati ai diktat del Dominio, oggi sono orgogliosi di sfoggiare le mascherine ( magari firmate) e corrono a farsi inoculare sostanze di cui nulla sanno le conseguenze in cambio di una hamburger o un ingresso in discoteca ( dove però per decreto del vile affarista non si può ballare.

E' tempo dell'idiozia assoluta, della volontà di essere nel gregge, di appartenere ad una massa informe, alla società liquida. Come negli anni trenta vi furono coloro ( la maggioranza con buona pace dell'ANPI) che portavano orgogliosi la "cimice", il distintivo del Partito Fascista, scoprendosi dopo tutti antifascisti, oggi sono tutti allo stesso modo conformisti. Non esistono più ribelli.

E' il tempo dei poveri di spirito, è il tempo che Heidegger definiva «il tempo della povertà estrema».

C'è solo il grido, che talvolta spezza la corazza opaca e spessa del silenzio che, massiccio, avvolge la solitudine della loro segreta depressione come stato d'animo senza tempo, governato da quell'ospite inquietante che Nietzsche definisce: «Nichilismo: manca il fine, manca la risposta al "perché?". Che cosa significa nichilismo? - che i valori supremi perdono ogni valore».

Di Francesco Torriglia

Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia