IL GIORNO CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
IL GIORNO CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
Permetteteci alcune considerazioni su questo giorno.
La nostra non sarà una analisi basata sul politicamente corretto o le ipocrite affermazioni buonisti, di cristiani puritani, con una mentalità piccolo borghese.
Questo perché troviamo assurdo dichiararsi un giorno all'anno contro la violenza sulle donne...e i restanti 364 giorni?
Va da se la violenza contro le donne non dovrebbe mai esistere, ma nessuno si chiede perché oggigiorno questa sia diventata motivo di manifestazioni, quando basterebbe applicare il codice penale ed insegnare ai ragazzini fin da piccoli a come comportarsi, non solo con il gentil sesso,ma con tutti.
Appurato che la violenza sulle donne vi è da sempre stata, basti ricordare Maria Goretti ( vedere Evola come la pensava), è indubbio che il fenomeno si è propagato oggi come non mai.
Cerchiamo di analizzare il fenomeno, senza ipocrisie o idee politicamente corrette: possiamo affermare che tutto nasce dal 68, con la tanta osannata libertà sessuale che ha travolto stili di vita soprattutto nel mondo della borghesia, intendendo per borghesia non una classe sociale ma una forma mentis.
Dal 68 non trova più spazio l'idea romantica dell'amore come unione di anime, nasce l'idea, l'ambizione, del possesso, dell'avere l'altro come possesso umano.
Con il femminismo nasce la donna che crede di conquistare una sua personalità con prendere a modello quella dell'uomo, dell'uomo ante rivoluzione sessuale.
Cambia dal 68 il concetto uomo/donna con la dissoluzione della famiglia tradizionale e della prole e la donna è finalmente uomo negli atteggiamenti e nei costumi. E l'uomo moderno conserva ben poco di ciò che è virilità nel senso superiore, anzi per la maggior parte dei casi non la conserva.
Nel momento in cui la donna si comporta da uomo, questi, l'uomo moderno, entra in crisi, viene psicologicamente castrato, ha paura del giudizio della donna. Da qui il bisogno nel sesso di sentirsi ancora superiore, non giudicabile. Ed allora eccolo trovare dei palliativi ai suoi bisogni sessuali, di sentirsi ancora " macho".
E per questo molti giovani ventenni cercano questa supremazia sessuale con l'andare con i trans: non è una donna con tutti i problemi che questo comporta loro, ma un quasi uomo di cui non ha la paura che il rapporto con una donna comporta loro.
Ed allora ecco lo sfaldamento del sentimentalismo, dell'idealismo borghese, e nel contempo lo sfaldamento delle forze più profonde che definiscono la donna assoluta.
E l'uomo moderno come ha reagito? O con la paura di un rapporto in cui si sente castrato, o con l'insorgere di comportamenti "machisti" confondendo virilità con prepotenza.
Il marito/fidanzato padrone che è in crisi davanti a questa donna moderna che lo deride, lo castra, che non lo segue più.
A questo fenomeno dobbiamo aggiungere la pornografia e l'effetto che essa può produrre su menti labili. Il credere che tutte le donne siano come nella finzione di un film porno e credere che siano disponibili a qualsiasi rapporto in qualsiasi momento e con qualsiasi persona. Tutte le manifestazioni quando diventano democratiche, aperte a tutti, fanno solo danni.
Ed allora il labile che crede di poter far sesso con una ragazza perché lei porta la minigonna, quando vede che la realtà è ben diversa dalla finzione cinematografica si arrabbia e la violenta e uccide. A questo aggiungete droga e alcol e avrete il quadro completo del disfacimento della società post moderna.
Tutto questo sono i risultati di una società democratica in decadenza, diremo in putrefazione, dove sono stati eliminati i valori, l'educazione, il comprendere che il rapporto con una donna deve essere vissuto e basato, non dico sull'amore, ma sulla complicità tra i due. Se esiste complicità allora tutto è permesso, con buona pace delle femministe e dei puritani.
Francesco Torriglia